Lasciami cadere,
lascia che le mie mani,
raccolgano questa sabbia,
macchiata col mio sangue.
Lascia che le onde,
leggere e morbide,
cullino il mio corpo,
senza più casa.
Eri tu la mia casa.
Eri il sole che mi riscalda,
eri la pioggia che mi purifica,
eri il maglione caldo
in quelle giornate fredde,
in cui il cuore era più freddo delle mani.
Eri ciò di cui avevo bisogno.
Pianoforte scordato.
Ecco cosa sono.
Metafora di una poesia
che non ha piu senso.
leggeri movimenti
senza un perchè.
accordo stonato
in una canzone che non voglio più cantare.
Sono un ciao
detto al passante frettoloso.
Sono il tempo sprecato.
Sono l'amore perduto.
Sono il fiato,
sono il caldo,
che ormai ho perso.
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mercoledì 2 gennaio 2008
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